Ormai le cifre parlano chiaro, ma non si può parlarne; e in ogni caso, non sarebbe la prima volta che i sondaggisti prendono sonore cantonate: spesso i cittadini provano sincera, e giustificata, vergogna per ciò che hanno intenzione di votare. Si possono però prevedere in modo quasi matematico le reazioni, le dichiarazioni a caldo dei principali leader politici. Non farò nomi perché anche questo è vietato, li metto in ordine casuale, ma secondo me si capirà chi dirà che cosa.
Leader 1: «L'Italia ha perso una grande occasione di rinnovamento e
di riforma. Il lavoro che abbiamo fatto negli ultimi 14 mesi ha fatto
guadagnare al nostro Paese molti punti di credibilità nel mondo, del
resto anche la Merkel si augurava che io vincessi; forse, però, gli
italiani non ci hanno capito. Mi dispiace, ma io mi ero messo
semplicemente al servizio del rinnovamento del nostro Paese.
Personalmente sono sereno». Si gira e uccide Empy in diretta.
Leader 2: «Ci vediamo da domani in Parlamento. Manterremo tutti gli
impegni come abbiamo sempre fatto, rinunceremo alla maggior parte dello
stipendio e ai vitalizi, lavoreremo per togliere il finanziamento
pubblico a partiti e giornali, i nostri parlamentari saranno dei
portavoce, uno vale uno, democrazia diretta, sarà un piacere,
vaffanculo».
Leader 3: «Dagli osservatori internazionali ho ricevuto personalmente notizie certe di brogli in almeno due regioni che erano in bilico. Non posso chi mi ha dato l'informazione, ma le regioni sono (le due che saranno state decisive, ndr). In particolare, nella Località A sono stati trovati mucchi di schede elettorali con la croce già apposta sul nostro simbolo, e nella Località B è successo anche di peggio, ma non vi dico cosa. Questo comunque non ci stupisce, perché i nostri avversari provengono da una cultura politica che non hanno mai abbandonato, che è totalmente estranea alle idee di moderazione, libertà e liberalismo che invece contraddistingue me. Faremo ricorso alla magistratura contro questo cancro della democrazia».
Leader 4: «Fanculo a me. Me lo consigliano da anni, ma ora andrò
finalmente da uno psicanalista per cercare di capire perché la mancanza
di un master in un'università di prestigio mi faccia mancare da anni
qualsiasi tipo di desiderio sessuale».
Leader 5: «Lavoro. Abbiamo vinto grazie all'unità. Il nostro partito e
la nostra coalizione avevano un'arma in più, cioè tutte le persone che
hanno scelto i candidati nonostante una legge elettorale indegna che i
nostri avversari non hanno mai voluto cambiare. Lavoro. Ora il nostro
impegno è mantenere gli impegni presi, la coalizione è piccola rispetto
al passato, non esisteva il Partito omissis, sapremo sicuramente restare uniti. Come abbiamo sempre detto, le nostre parole d'ordine saranno tre: lavoro, lavoro, lavoro".
Leader 6: «asdokfsdèpifèSNFèWESDKLòFSDàFIpjsdèfaweèàfm544456654wef». Un traduttore spiegherà: «Noi eravamo la vera novità, il vero voto utile di queste elezioni. I poteri forti ci hanno zittito scientificamente, i delinquenti vincono sempre, in questo Paese serve più giustizia, più carceri, più rispetto della legge. Quindi me ne torno in Guatemala. (Si gira, pensando di non essere inquadrato) Pronto, ONU? Pronto? Pronto? CLIC».
Secondo voi, chi è dato in vantaggio in questo momento?
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