mercoledì 7 agosto 2013

A favore della libertà di bestemmia

Così, giusto perché si dice che una legge contro l'omofobia limiterebbe la libertà di espressione.

Avventore A: Non puoi impedirmi di dire ciò che voglio, non siamo mica a Berlino Est.
Avventore B: Che cazzo vuoi, ricchione di merda, mi fai schifo perché sei frocio, porco Amico Immaginario X.
(arriva il vigile)

Vigile: Signor Avventore B, Lei è in contravvenzione.
Avventore B: Ma la legge contro l'omofobia non è stata approvata!
Vigile: Che c'entra, quello non è un problema; il signor Avventore A è un ricchione e basta. E però Lei ha insultato l'amico immaginario del signor presidente del Vaticano! Sono 309 euri.
In Italia, bestemmiare è stato reato fino al 1999, dopodiché la bestemmia è stata depenalizzata. La legge 205/1999, in vigore, dice che

Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità (in
maiuscolo, ndr), è punito con la sanzione amministrativa da euro 51 a euro 309.

Fino all'alba del 2000, la bestemmia era addirittura un reato, istituito da una legge fascista del 1930. 
Oggi ce la caviamo con una multa. Lo sanno, questo, i difensori della libertà di opinione? Forse ero distratto, ma su questo non ho sentito gli strali di Radio Vaticana, Avvenire, Brunetta, dei vari fascisti che - diceva Ennio Flaiano - «sono una trascurabile maggioranza» in Italia. Comunque, sono sempre in tempo a rimediare: io attendo, ma sempre meno volentieri. Fino a quando - è la seconda parte della frase di Flaiano - «un giorno il fascismo sarà curato con la psicoanalisi».

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